Testo Gv 3, 14-21
14 E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, 15 perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio ha mandato il Figlio nel mondo 16 Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 17 Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18 Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. 19 E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. 20 Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. 21 Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
Lectio
Il contesto di questa sezione evangelica è sostanzialmente quello del monologo. In quest’ottica si colloca il nostro testo che tenta di spiega le risposte all’uomo, e dipana i suoi dubbi. Si può dedurre che l’uomo vive veramente quando e quanto è amato; e vive una vita grazie alla qualità e alla quantità di amore che riceve. Ciò che ci fa nascere è l’amore, e questo testo parla dell’amore incredibile di Dio per l’uomo. Si vuole precisare che all’origine della nostra esistenza, contrariamente alla cultura religiosa degli altri popoli, non c’è il fato o altre forme di casualità, ma l’amore del Padre verso il Figlio/figli. Questa è la verità!!! Ecco che in questi versetti escono i temi fondamentali della vita: Padre, Figlio, l’Amore, il Giudizio (la possibilità di accettare o rifiutare). v.14. Essere innalzato… chi sarà innalzato è Gesù, il Figlio dell’Uomo. L’Essere innalzato ha come significato quello di essere posto in alto, essere appeso, tirato sulla croce, perché in concreto la sua vera gloria sarà la croce. Bisogna… la croce è necessaria perché c’è il male nel mondo e nel cuore dell’uomo e solo con/dalla croce arriva la sconfitta del male. Ecco che la gloria di Dio consiste nell’amore incondizionato di UNO che non disdegna di andare a finire sulla croce, per rivelare la sua vera identità, e dire all’uomo che punisce e detesta nessuno perché non può non amarci perché è Padre. Il Figlio, che conosce l’amore del Padre, viene a testimoniarci che la fratellanza è uno dei segreti per entrare in comunione con il Padre, tanto da far diventare la croce il segno concreto della fratellanza universale. L’assurdo è che il Figlio accetta di essere considerato “maledetto” pur di stare vicino all’uomo. Se si volge lo sguardo alla croce comprendiamo l’amore di Dio per questo mondo, non per un mondo migliore. La cosa più strabiliante è che mondo, in questo contesto, ha un’accezione negativa: struttura negativa delle relazioni. Ma è ancora più importante sottolineare che Dio ama questo mondo. Infatti il centro della dottrina cristiana è credere all’amore incredibile che Dio ha per l’uomo; ecco allora che si può vivere solo se ci si sente amati dalla sorgente della propria vita. Compito del cristiano è quello di onorare le proprie origini. Dio non si dissocia dalle negatività che affliggono il mondo, ma le assume su di sé nell’invio del Figlio, che non ricusa la morte di croce. E tutto il vangelo va in questa direzione: siamo amati come Figli Unici e prediletti da parte di Dio. Da qui deve nascere il rispetto per ogni individuo e persona… soprattutto per quelli/e che portano i segni della ingiustizia del mondo (considerato civile e sviluppato). Il testo ci sprona ad arrivare ad una riconciliazione con le nostre radici per vivere serenamente. Gesù è venuto a sdemonizzare l’immagine di un Dio violento che ci è stata tramandata, questo è il significato della croce!!! Chi crede nel Figlio… vuol dire fidarsi, affidarsi per vivere da figli. La vita eterna è vivere da Figli e da Fratelli, amarci come Dio ci ha amati, evitando di vivere da “padre eterni”. Uno che non accetta di essere figlio e non vive da figlio, e di per sé non è nulla, anzi fa del male a sé e agli altri perché cerca la sua identità e realizzazione nel potere e nel dominio… si è di fronte alla via della morte e della violenza. E a pensare che Dio si è alienato per amore degli uomini. Dio infatti inviò il Figlio… viene presentato il tema delicato del giudizio di Dio sul mondo. Però è da precisare che Dio non vuole condannare nessuno, ma salvare tutti ad ogni costo, se non fosse così, non sarebbe Dio perché avrebbe destinato alcuni alla perdizione. E ciò è veramente impossibile!!! In questo contesto il difetto di Dio è il rispetto della libertà altrui, per cui non costringe ma invita, perché la fede non è costrizione all’assenso ma è fiducia all’amore; allora non è venuto per giudicare ma per salvare e ciò l’ha portato alla croce: questa è il giudizio di Dio, muore Lui e così evita di condannare noi. La salvezza consiste nel credere nell’amore del Padre verso il Figlio, che è l’identico amore che viene verso l’uomo. L’amore è l’anima di tutte le relazioni, il non credere è un auto giudicarsi, un vivere nell’idea che tutto finisce con la morte escludendo i valori fondamentali e orientando tutto alla propria persona. La luce venne nel mondo… si continua a parlare di Giudizio in modo strano: è un avvenimento che capita nel mondo e mette gli uomini davanti ad una scelta. Il giudizio è questo: come mai l’uomo fatto per amare finisce col preferire le opere di morte? Le loro opere erano cattive… l’uomo giustifica la sua posizione perché ha paura di essere condannato. La menzogna deve essere nascosta perché, una volta scoperta, non funziona più. Allora si può correre il pericolo di avere paura della verità perché ciò che si fa tolgono la luce, la responsabilità, e si va incontro ad una schiavitù reale di cui si fa esperienza quotidiana. Come si esce da questa situazione? Nascendo dall’alto. La proposta di Gesù è che una vita generata dall’amore, produce libertà, capacità di donarsi, e di passare dalle tenebre alla luce. L’amore per il male è semplicemente frutto di ignoranza e paura di essere condannato, non accettato, fino a chiudersi nella tenebra mistificandola. In questo stato di cose l’intervento di Dio è necessario perché da soli non si esce fuori… deve venire la luce per farci venire alla luce. Ciò che non comprende Nicodemo, lo comprenderà Giovanni il Battista.