Mc 1,29-39
29 E subito, usciti dalla sinagoga, andarono nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. 30 La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. 31 Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. 32 Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. 33 Tutta la città era riunita davanti alla porta. 34 Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. 35 Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. 36 Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. 37 Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». 38 Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». 39 E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.
Lectio
Cosa avviene se si viene liberati dal male? È questo il senso del miracolo di questa donna. In ogni caso, bisogna capire che si è sempre di fronte ad un segno da interpretare e leggere. Premesso ciò, è questo il primo miracolo raccontato da marco, indice di tutti i miracoli; tra l’altro capita ad una donna. Su 600 versetti che compongono il vangelo di Marco, 100 sono riservati alle donne 1/6 di tutto il vangelo. La donna nella Scrittura è il simbolo della sapienza o della stoltezza (sapienza rovesciata). Inoltre, esse non godevano di buona fama per la cultura ebraica, poco affidabili. La loro identità dal fatto che fosse proprietà di, altrimenti si va verso la non esistenza. In questo caso siamo in presenza di una proprietà speciale: la donna appartiene a Dio. Usciti dalla sinagoga… l’inizio è una presentazione di soli uomini. Si passa dalla sinagoga, luogo del culto; alla casa, luogo di affetti. L’uomo si distingue dagli animali proprio perché ha la casa, non la tana, dove vive e si realizza come persona e accoglie. Questa casa la troviamo anche in 9,33 con un cambiamento qualitativo: luogo di Chiesa e di relazione tra fratelli. Qual è la febbre/litigio che domina in una casa? Il testo non lo dice, ma si può dedurre che i litigi più frequenti riguardano il dominio e la sudditanza (chi comanda?). La febbre è allora il simbolo di qualsiasi malattia di superiorità fino a rovinare tutti i rapporti. La suocera… la febbre di “superiorità” è incarnata dalla suocera, che sta a letto, cioè viene servita, non può far niente per gli altri. Allora a cosa serve una donna che non serve? Non ci si fa bella figura, dopo il successo ottenuto in sinagoga. In quest’ottica c’è da dire, che tutti i miracoli operati da Gesù, alla fine, servono a rimettere in sesto le persone, che poi, a causa dell’età avranno gli stessi acciacchi. La febbre, contrariamente a tutto, ha una connotazione particolare: presentare al Signore quali sono le febbri della nostra vita, al fine di ristabilire con i nostri atteggiamenti l’equilibrio interpersonale. Gli parlano di lei… è necessario parlare a Gesù di questa situazione perché deve guarire il cuore e riattivare le nostre relazioni. In questo è forte il valore della preghiera per; si arriva al Signore per interposta persona: alcune volte si parla di Dio alle persone, ma si dovrebbe parlare a Dio delle persone. Bisogna attivare sempre le relazioni!!! Fattasi avanti… Gesù si avvicina e si impadronisce della mano della donna: c’è l’identificazione tra la sua mano e quella della donna. Una mano ammalata è segno di potere umano; una mano sana/guarita può e deve essere segno di servizio e di accoglienza, come quella di Gesù. Li serviva (serviva loro)… non è solo il segno di gratitudine, ma è il senso di tutti i miracoli: si passa dal servirsi degli altri, al servire gli altri. Questo è il vero miracolo!!! Questa donna, in un certo senso, identifica l’operato di Gesù, e i discepoli non hanno capito più di tanto. Il motivo per cui la prima miracolata è una donna, sta nel fatto che la donna è sempre di un altro, come si è detto, e la sua identità è legata all’altra persona. Allora chi ama/serve sa che sviluppa la sua vera identità nel momento in cui esiste l’altro ed esiste per l’altro. Ma molti uomini continuano ad avere la febbre. Questa donna è curata per contatto… il contatto è l’espressione più profonda della fede, ed è in un contesto di fede che avvengono le guarigioni più profonde e si guardano le piaghe della vita. Allora il nuovo modello di uomo, liberato dal male, è colui che serve. Venuta la sera… segno del niente, ma anche problematica che investe l’esistenza dell’uomo, che si trova di fronte al proprio limite e alla morte. Ma il testo capovolge la situazione evidenziando come la sera si continua ad operare guarigioni, e la notte (la mattina dopo = alba di un nuovo giorno) Gesù si alza (risorge) per andare verso il Padre e condurre noi verso la comunione piena. Il dato cronologico della sera è semplicemente un riassunto di tutta l’attività taumaturgica di Gesù, un tratto redazionale in cui il redattore dice cosa bisogna capire. È una sera movimentata!!! La sera cessa il nostro operare, ma non quello di Gesù; e mentre la notte avanza e la vita termina il suo lavoro, questo dato diventa la presa di coscienza dei limiti della vita e di ciò che comporta. Nel vangelo di Marco ci sono sette sere, come la creazione, e otto aurore, l’ottava è quella che apre il giorno “senza tramonto”. Per cui, si conosce il limite di tutte le cose, ma c’è sempre un’apertura verso l’infinito, di cui l’ultima notte è un preludio. In questa sera “tutta” la città si riunisce alla porta, contrariamente alle usanze, e l’attività di Gesù aumenta. Alla porta della città avviene il giudizio, secondo la tradizione; e anche Gesù esprime il suo giudizio: si prende cura di tutti, indistintamente. Ciò si realizzerà in pienezza al termine del giorno, quando Egli morirà per la nostra salvezza, e la sua sera è anche la nostra sera, la sera del perdono. Sul calvario ci saranno tutti, come ora davanti alla porta, ad attendere il giudizio di amore e perdono. Gesù si prende cura (terapia = rispetto) di tutti… è questa la sconvolgente verità. Il divieto imposto ai demoni di parlare rientra nel contesto del “Segreto Messianico”. L’imposizione del silenzio significa che Gesù non ama la pubblicità, perché vuole inculcare che il vero miracolo è quello interiore: capire la vita e uscire da sé, perché è l’amore che vince la morte. Inoltre, i demoni lo conoscono, cioè il male intuisce il bene in noi e gli dà fastidio. Ancora, i demoni cercano di rivelare la gloria di Gesù per indurlo a fare ciò che era stato detto nelle tentazioni. Il segreto messianico lo diranno i miracolati, perché hanno fatto esperienza, ma non lo possono dire i lettori, perché a questa esperienza non sono ancora pervenuti. Dopo la sera, viene la Notte, anch’essa ricca di movimento. Anche se è mattino, ancora il sole non è sorto… per cui senza il refrigerio della notte non ci sarebbe l’opportunità di continuare il ritmo della vita. L’antagonismo notte-vita è solo apparente, perché la notte è importante per vivere bene la vita. Gesù si leva… la notte è il luogo della risurrezione; uscì… avviene il nuovo Esodo, la libertà; c’è il deserto… assenza di cose e persone; e lì nel buio pregava. La preghiera è l’atto che fa la maggior parte degli uomini, rispetto agli animali. Pregare ha la stessa radice di precario: la nostra esistenza è precaria, e la preghiera è l’espressione di chi chiede per ottenere qualcosa di necessario da Qualcuno. Siamo tutti precari perché la nostra vita ci è data dall’Alto: nascere, vivere, morire, tutto rientra nella relazione con l’Altro, questa è la preghiera. La preghiera è l’esercizio del desiderio di Dio. Ecco che la notte diventa, in questo contesto, il luogo della comunione piena con Dio, visto come Padre, Madre, Amico, Fratello ecc. Simone con i suoi… “Tutti ti cercano”!!! è la tentazione del successo. Gesù risponde: andiamo altrove… la forza della preghiera non ti fa cadere nella trappola e ti fa lavorare secondo la volontà di Dio… iniziando un’attività a tappeto. Gesù educa Simone che il bene non è fermarsi lì… per questo sono uscito: il bene deve diffondersi ovunque.